Una cortese signora spagnola ci ha inviato una lettera con una poesia dedicata a Claretta Petacci. Riteniamo doveroso, ormai prossimi all’anniversario dell’uccisione dell’amante del Duce, pubblicarla integralmente:
Estimad@s señor@s: les envío un soneto en el que nombro a Clara Petacci más o
menos directamente, les envío la traducción al italiano que ha hecho un amigo
mío junto al original en español.
Les saluda muy cordialmente
Teresa
Il colore della pioggia si è addormentato
nell’angolo sinuoso del mio viso,
linciata dal paese come Clara,
tremula davanti al tempio dell’oblio.
Sono ombra di donna immacolata
che avvolge le soffitte e li bacia
e a chi dà la mano e a chi duole
squartare la culla e il reticolato.
Argenti mangerò nella sepoltura,
nasconderò il mio pianto nella pazzia,
il nero quasi puro se non fosse
per la schiuma di un mare e il suo arbitrio,
il gabbiano che vola sopra il fiume
e sa che non esiste già la riva.
El color de la lluvia se ha dormido
en la esquina sinuosa de mi cara,
linchada por el pueblo como Clara,
temblorosa ante el templo del olvido.
Soy sombra de mujer inmaculada
que azota los desvanes y los besa
y que le tiende la mano y que le pesa
descuartizar la cuna y la alambrada.
Azogue comeré en la sepultura,
esconderé mi llanto en la locura,
el negro casi puro si no fuera
por la espuma de un mar y su albedrío,
la gaviota que vuela sobre el río
y sabe que no existe la ribera.