Appare e riappare il fantasma di Claretta!

Claretta Petacci, anima inquieta, perseguita le coscienza grigie. Non crediamo ai fantasmi e pensiamo che i tentativi di rilevarli con dispositivi tecnologici sconfinino nel ridicolo. Però, la scuola psicoanalitica, insegna che, molto spesso, alla base di credenze e manifestazioni dell’animo umano, fossero pure delle fantasiose bugie, ci siano dei significati profondi.

Questa Italia, ipocrita, tanto buonista con alcune categorie borderline, stenta a “digerire” l’assassinio di Claretta. Cerca di rimuoverlo ma poi ritorna alla ribalta in forma metafisica.

Appare e riappare il fantasma di Claretta Petacci

Autoritratto di Claretta Petacci?

Possibile autoritratto di Claretta Petacci

Riceviamo dal sig. Antonio Grosso la foto di un quadro di sua proprietà e dell’ingrandimento della firma dell’autore dello stesso. Una quarantina di anni fa, un esperto d’arte, incaricato dal padre del sig. Grosso, attribuì il dipinto a Claretta dichiarando che si trattava di un “autoritratto di Claretta Petacci in età giovanile”.

Come è noto Claretta Petacci si dilettava di pittura e la sua prima e probabilmente unica personale si tenne nella Sala dei cultori d’Arte a Roma. La presentazione del catalogo fu affidata al critico Piero Scarpa.

Facciamo appello ai nostri visitatori e a tutti quelli che possono aiutarci magari confrontando le firme per stabilire con certezza la paternità dell’opera ritratta nelle foto che seguono. E’ benvenuto qualsiasi commento e interpretazione del dipinto.

Presunto autoritratto di Claretta Petacci

Ingrandimento della firma sul dipinto

100 anni fa nasceva Claretta Petacci

100 anniversario della nascita di Claretta Petacci

100 anni fa nasceva a Roma Clarice Petacci meglio nota come Claretta. Clara Petacci era la figlia di Giuseppina Persichetti e del medico Francesco Saverio Petacci. Nata il 28 febbraio 1912 a Roma, Clara Petacci è diventata famosa per la sua relazione con Mussolini, che durò dal 1930 fino alla sua morte nel 1945. Durante la sua vita, Clara Petacci sperimentò l’ostilità sia dei fascisti che non vedevano di buon occhio la sua relazione col Duce che degli antifascisti il cui odio si trasformò nell’epilogo in una condanna a morte. Alla fine della seconda guerra mondiale, quando l’Italia fu liberata dai nazisti, Clara Petacci e Mussolini furono catturati dai Partigiani mentre cercavano di fuggire in Svizzera. Entrambi furono giustiziati il 28 aprile 1945 senza processo. Nessun tribunale regolare avrebbe potuto condannare Claretta.

Mussolini e Claretta uccisi a villa De Maria

La tesi non è certamente nuova ma c’è un’altra testimonianza che vogliamo riportare. Nella sua autobiografia, il poeta Franco Loi, riporta una confidenza fattagli dall’amico partigiano Piero Bellini delle Stelle, comandante della brigata Garibaldi, responsabile dell’arresto del Duce in fuga sul lago di Como: «L’esecutore, il sedicente comandante Valerio, per certo non era Walter Audisio. Si presentò con un generico foglietto del CLN. L’uccisione di Mussolini e della Petacci avvenne a villa De Maria, a Bonzanigo, la sera prima del giorno in cui fu dichiarata. Bellini, contrario, era stato minacciato con una pistola alla tempia».
L’autobiografia del Loi, curata da Franco Raimondi, con titolo «Da bambino il cielo», è stata recentemente pubblicato dalla Garzanti.

http://it.wikipedia.org/wiki/Franco_Loi

Churchill critico sulla fucilazione di Claretta Petacci

Roma, 11 mag. – (Adnkronos) – Winston Churchill non approvò né tanto meno apprezzò ”il modo con il quale un popolo civile come quello italiano aveva fatto fuori Mussolini”. L’ex premier britannico ”non discuteva la necessità della fucilazione, ma discuteva Piazzale Loreto e, soprattutto, l’inutile fucilazione di Claretta Petacci”.


E’ quanto emerge dal resoconto inedito di un incontro tra Arnoldo Mondadori e Churchill, stilato dallo stesso editore milanese, avvenuto il 24 ottobre 1955 a Roquebrune in Costa Azzurra, ospiti della villa del giornalista Emery Reves. Il documento integrale di quell’incontro è stato ritrovato negli archivi della Fondazione Mondadori a Milano, di cui ora dà conto Enrico Mannucci sulla rivista ‘Nuova Storia Contemporanea’, diretta dal professor Francesco Perfetti. Reves aveva fatto da tramite fra l’editore italiano e lo statista britannico per i diritti di pubblicazione delle ‘Memorie’ di Churchill. Così Mondadori, forte di quell’amicizia, gli aveva chiesto di organizzare un colloquio per avere notizie circa l’ennesima ”ultima lettera” indirizzata da Benito Mussolini al ”caro Winston” e affidata il 24 aprile 1945 a un un ufficiale delle SS, Franz Spoegler, che in realtà era un agente dei servizi segreti nazisti incaricato di controllare l’amante del duce, Claretta Petacci. Interpellato sulla possibilta’ che Churchill avesse ricevuto da Spoegler, il quale aveva avuto da Mussolini l’incarico di consegnargli, nei fatali giorni del 1945, una lettera a lui indirizzata, l’ex capo del governo di Londra rispose che molto desiderava ”conoscere il testo di questa lettera ma che, naturalmente, non avrebbe mai ricevuto Spoegler”.
Nel corso della conversazione con Mondadori, annotò lo stesso Arnoldo nell’appunto conservato a memoria futura, Churchill su Mussolini espresse un giudizio ”in un certo senso affettuoso, o per lo meno assolutorio”, mentre si infuriò a sentire nominare Adolf Hitler, definito ”un criminale comune”.

Fonte

Una poesia per Claretta

Una cortese signora spagnola ci ha inviato una lettera con una poesia dedicata a Claretta Petacci. Riteniamo doveroso, ormai prossimi all’anniversario dell’uccisione dell’amante del Duce, pubblicarla integralmente:


Estimad@s señor@s: les envío un soneto en el que nombro a Clara Petacci más o
menos directamente, les envío la traducción al italiano que ha hecho un amigo
mío junto al original en español.

Les saluda muy cordialmente

Teresa

Il colore della pioggia si è addormentato
nell’angolo sinuoso del mio viso,
linciata dal paese come Clara,
tremula davanti al tempio dell’oblio.

Sono ombra di donna immacolata
che avvolge le soffitte e li bacia
e a chi dà la mano e a chi duole
squartare la culla e il reticolato.

Argenti mangerò nella sepoltura,
nasconderò il mio pianto nella pazzia,
il nero quasi puro se non fosse

per la schiuma di un mare e il suo arbitrio,
il gabbiano che vola sopra il fiume
e sa che non esiste già la riva.

El color de la lluvia se ha dormido
en la esquina sinuosa de mi cara,
linchada por el pueblo como Clara,
temblorosa ante el templo del olvido.

Soy sombra de mujer inmaculada
que azota los desvanes y los besa
y que le tiende la mano y que le pesa
descuartizar la cuna y la alambrada.

Azogue comeré en la sepultura,
esconderé mi llanto en la locura,
el negro casi puro si no fuera

por la espuma de un mar y su albedrío,
la gaviota que vuela sobre el río
y sabe que no existe la ribera.

Guido Mussolini non si arrende!

Gli avvocati di Guido Mussolini hanno avanzato formale domanda di riapertura delle indagini per l’uccisione di Benito Mussolini. L’istanza è stata inviata alla Corte d’Appello di Milano, alla Procura di Como, al pubblico ministero Maria Vittoria Isella, alla Procura Generale presso la Corte Suprema di Cassazione di Roma.


I particolari nell’articolo apparso sul Corriere di Como Online del 10 Aprile 2009 che riportiamo fedelmente di seguito.

Caso Mussolini, chiesta la riapertura

L’avevano annunciato. Ora hanno materialmente compiuto il primo passo. Gli avvocati di Guido Mussolini, nipote del duce, hanno formalmente avanzato la domanda di riapertura delle indagini per l’uccisione del fondatore del fascismo. L’istanza è stata inviata a mezzo raccomandata alla Corte d’Appello di Milano, alla Procura di Como – e nello specifico al pm Maria Vittoria Isella – e alla Procura Generale presso la Corte Suprema di Cassazione di Roma.
«Il primo elemento – spiega l’avvocato Morganti – è che proprio nelle conclusioni del giudice per le indagini preliminari di Como venne stabilito che l’uccisione di Benito Mussolini avvenne il 28 aprile 1945 ma nella casa De Maria, dove il duce e Claretta Petacci vennero sorpresi in posizione supina e in abbigliamento succinto». In realtà, poi, l’archiviazione maturò proprio per l’affermata mancanza di premeditazione del delitto, per la sopraggiunta prescrizione dei fatti, per la mancata considerazione dello status di Capo di Stato della Rsi di Mussolini e comunque perché l’episodio fu definito atto di guerra. Fattore, questo, che se non riconosciuto avrebbe potuto aprire qualche spiraglio in più sulla prosecuzione della vicenda processuale.
«Il Tribunale di Como – prosegue l’avvocato Morganti – ha però stabilito con certezza che fu un omicidio e noi chiediamo dunque che si individuino gli autori materiali del reato e i mandanti. Ma soprattutto chiediamo che si cerchino di acquisire i documenti giacenti nell’Archivio storico britannico e al ministero per gli Affari esteri d’Italia, e ancor più i film esistenti nella sede centrale della Cia negli Usa. Servirebbe poi procedere al sequestro della pistola e del mitra precedentemente giacenti al Museo nazionale di Tirana, in Albania, e ora misteriosamente spariti». Tutti materiali – compresa altra documentazione «giacente nell’Archivio storico britannico a firma dell’ambasciatore del Regno Unito in Italia e inviata all’epoca a Winston Churchill» – che secondo i legali del nipote del duce potrebbero giustificare la riapertura delle indagini sul fatidico 28 aprile 1945.
In attesa di sviluppi, comunque, gli avvocati di Guido Mussolini – probabilmente accompagnati dal nipote del duce – saranno a Como alla fine di aprile. «Probabilmente proprio il 28, lo stesso giorno dei fatti del 1945 – dice l’avvocato Luciano Randazzo – E questa volta siamo convinti di riuscire ad andare fino in fondo su una vicenda che deve essere chiarita una volta per tutte». Insomma, ancora una volta, il giallo dei gialli farà discutere. Se nelle aule di Tribunale o soltanto nei bar del Lario è ancora tutto da scoprire.

Emanuele Caso