Il 27 settembre si fa sempre più vicino. E’ la data in cui il giudice per le udienze preliminari del tribunale di Como, Nicoletta Cremona, dovrà decidere se si dovrà fare un processo per la morte di Benito Mussolini e della sua compagna Clara Petacci.
Intanto mercoledì 12 settembre, un pensionato si è presentato al palazzo di giustizia di Como e ha depositato una memoria scritta sui fatti del 27 e 28 aprile 1945. L’uomo, che ha dichiarato di non aver parlato finora in quanto minacciato di morte, sostiene di essere un testimone diretto della cattura del Duce.
Infatti, pare che il misterioso testimone, all’epoca bambino, si trovasse su una barca a Dongo sul lago di Como e abbia assistito alla cattura di Mussolini che viaggiava su una colonna tedesca fermata dai partigiani. Il racconto dell’uomo sembra alimentare dubbi sulla versione “ufficiale” dei fatti riguardo il luogo e la data esatta dell’esecuzione.
Il testimone parla anche parla di preziosi, ori e diamanti che viaggiavano sul convoglio del Duce e che sarebbero fatti sparire subito dopo lo stop imposto dai partigiani. Si delinea l’ipotesi che molti pensano e che nessuno, in Italia, ha il coraggio di riferire per paura di ritorsioni: “l’eliminazione di Claretta potrebbe essere stata decisa per chiudere la bocca ad un testimone che avrebbe potuto raccontare dell’appropriazione indebita di un immenso tesoro appartenente agli italiani”.