DELL’UTRI: NEI DIARI MUSSOLINI DICE NO ‘A PRENDERE ARMI’

TRIESTE – “Non possiamo e non dobbiamo prendere le armi, che poi non abbiamo”: è questo – ha riferito il senatore Marcello Dell’Utri – uno dei passaggi contenuti nei diari dal 1935 al ’39 ritenuti di Benito Mussolini, di cui e’ entrato in possesso e che ha avuto modo di leggere. In merito ai rapporti con i tedeschi e sulla guerra il senatore di Forza Italia – oggi a Trieste per una riunione dei Circoli della Libertà – ha riferito che nei diari “c’é una giornata in particolare, mi sembra il 30 o il 31 agosto del ’39, in cui commenta che ‘non possiamo e non dobbiamo prendere le armi che poi non abbiamò. Questa – ha detto Dell’Utri – è un’affermazione precisa. Poi – ha aggiunto – dice dei tedeschi che sono alleati ma che potrebbero essere

da un momento all’ altro nemici”. A riguardo, Dell’Utri ha poi aggiunto – rispondendo ad una specifica domanda dei giornalisti – che Mussolini non usa la parola ‘succube’ in relazione al suo rapporto con i tedeschi.

DELL’UTRI: DIARI DI MUSSOLINI SONO DAL NOTAIO
I diari del Duce “sono nella cassaforte di un notaio” e per la loro pubblicazione servirà anche la liberatoria dei suoi eredi: lo ha affermato oggi a Trieste, il senatore Marcello Dell’Utri, dopo che ieri a Udine ha annunciato di essere entrato in possesso dei contenuti di cinque agende di Mussolini, che coprono gli anni dal 1935 al 1939. Il senatore, esperto bibliofilo, aveva spiegato di aver visionato i testi tramite i figli di un partigiano che a Dongo arrestò il Duce e conservò questi diari, che Dell’Utri ha detto di aver letto da un notaio a Bellinzona in Svizzera. L’esponente di Forza Italia – oggi a Trieste per un incontro dei Circoli della Libertà – riguardo al clamore nato dalle sue rivelazioni ha affermato che gli “fa piacere, perché finalmente parliamo di cose belle, che sono interessanti” ma ha poi aggiunto che non intendeva “suscitare tutto questo interesse anche perché la cosa è coperta da una comprensibile riservatezza finché – ha detto – le trattative per l’acquisizione dei diari non sono concluse. Sarebbe stato meglio non farne un can-can”. Dell’Utri – che oggi teneva sottobraccio in una cartella alcune fotocopie di questi scritti, che ha solo fugacemente mostrato – ha spiegato che i diari saranno stampati “quando l’editore riuscirà ad acquisire il possesso di queste agende e avere la liberatoria da parte degli eredi di Mussolini, perché – ha aggiunto – per la pubblicazione degli scritti intimistici, di diari e di epistole, occorre una liberatoria degli eredi: una sorta di diritto d’autore un po’ improprio”. Un ok che “non c’é ancora perché l’editore non è proprietario ma – ha affermato Dell’Utri – il giorno in cui lo fosse chiederebbe la liberatoria”. Il senatore – parlando oggi con i giornalisti – non ha voluto però aggiungere altro a riguardo. Dell’Utri ha inoltre reso noto che la notizia era già stata data “a mezza voce” quando era recentemente in Abruzzo, “ma la cosa – ha detto – non era stata compresa e quindi era rimasta sepolta lì”. Per quanto riguarda la scelta di rivelare ieri a Udine l’esistenza di questi diari, per il senatore “é stato un caso. Ho raccontato un episodio e poi – ha detto – una semplice notizia è diventata un evento”. Ai giornalisti che gli chiedevano se dai diari emergono altre novità sul personaggio di Mussolini, Dell’Utri ha infine scherzosamente risposto: “compratevi il libro quando uscirà”. (ANSA).

VERSO ARCHIVIAZIONE INCHIESTA MORTE MUSSOLINI

(AGI) Como, 26 Gen. – E’ destinato a finire in cantina, dove si trovano gli archivi, del Palazzo di Giustizia di Como il fascicolo di inchiesta recentemente aperto per far luce sulla morte di Benito Mussolini. Il Sostituto Maria Vittoria Isella ha ormai quasi concluso gli accertamenti giungendo alla conclusione che, a tanti anni di distanza, non e’ possibile raccogliere elementi tali da suffragare l’ipotesi di omicidio premeditato. In questi mesi il magistrato ha raccolto una mole di documentazione ma non il filmato che, stando a Guido Mussolini, figlio di Vittorio e nipote del Duce, avrebbe dovuto ritrarre gli ultimi istanti di vita di suo zio e di Claretta Petacci. Un filmato che,

a quanto pare, non esisterebbe o, quanto meno, non e’ mai arrivato nelle mani del magistrato nonostante l’avvocato di Guido Mussolini aveva annunciato di volerlo consegnare già nello scorso mese di settembre. Proprio sul finire dell’estate scorsa il nipote del Duce aveva presentato un esposto per chiedere che fossero effettuate nuove indagini sulla morte di Mussolini avvenuta a Giulino di Mezzegra. ”Ho atteso fino a ora – disse all’epoca – per rispetto di zio Romano (vecchio e famoso jazzista nonché papa’ della parlamentare di Alessandra Mussolini, contraria alle nuove indagini: ‘lasciatelo riposare in pace’, disse) cui sarebbe spettato il compito di esigere chiarezza su come fu ucciso mio zio Benito”. Prima di chiudere definitivamente il fascicolo, comunque, il Sostituto Isella, intende acquisire altra documentazione, compresa la registrazione di una puntata del programma ‘Sfera’ in onda su ‘La7’ e dedicato a quei fatti avvenuti in Alto Lario. Inoltre ha chiesto anche documentazione relativa all’autopsia svolta all’epoca dall’allora direttore dell’Istituto di medicina Legale di Milano, il dr. Mario Cattabene. A fronte degli accertamenti che la Procura di Como avrebbe svolto in questi mesi, l’orientamento, pur mancando conferme, sarebbe quella di depositare alla cancelleria del Gip la richiesta di archiviazione: ipotizzando che l’esecuzione fu opera di Walter Audisio (il Colonnello Valerio) o del comasco Michele Moretti, si dovrebbe optare per il non luogo a procedere per morte del reo. Se invece si volesse ipotizzare che il Duce e la sua amante furono uccisi senza premeditazione, l’archiviazione troverebbe giustificazione con la prescrizione del reato. (AGI)